A SCUOLA DI COOPERAZIONE

A SCUOLA DI COOPERAZIONE

Settore: LEGACOOP MARCHE

La cooperazione per il futuro dei giovani. Un confronto, quello fra i cooperatori e gli studenti di alcune classi di scuola media superiore, che ha caratterizzato l'anteprima della Biennale dell'economia cooperativa ad Ancona. Per partire dai giovani, proprio da coloro che saranno i cooperatori di domani.

 

A loro, il presidente di Legacoop, Gianfranco Alleruzzo, il portavoce di Generazioni Marche, Francesco Ciarrocchi, insieme al rettore dell'Università Politecnica delle Marche, Sauro Longhi, hanno spiegato quali opportunità possono nascere dal condividere un'idea, un progetto, dal lavorare insieme, dal creare una cooperativa. Una sperimentazione simbolica, di come funziona una cooperativa, è arrivata dall'esperienza di gruppo, insieme alla visita al Museo Omero, proposta agli studenti da Mario Rosati, referente Legacoopsociali Marche d'inserimento lavorativo.

 

“Nella scuola l’apprendimento come sfida competitiva non solo ha effetti pesanti sul rendimento di molti studenti, che avrebbero tutto da guadagnare attraverso modalità collaborative o cooperative, ma soprattutto li spinge a considerare il comportamento individuale/competitivo/conflittuale quale forma base delle relazioni sociali – ha commentato il presidente Alleruzzo -, e questo nuovo conformismo si riproduce nell’ambito economico che non permette di prendere in considerazione alternative ai progetti di impresa individuale, attraverso forme come la cooperativa, che permettono di condividere il rischio non polarizzandolo sul singolo. Viene esaltato il progetto individuale perché promette al singolo di essere il solo beneficiario di tutti i risultati, celebrando in questo modo l’obiettivo dell’arricchimento personale, occultando che la sfida per il raggiungimento dei risultati e i rischi dell’insuccesso saranno allo stesso tempo tutti concentrati sul singolo. Condividere il percorso e i risultati di un progetto, come avviene nella cooperazione, distribuisce su tutti gli effetti positivi e negativi, facendo sperimentare le difficoltà e le soddisfazioni di un lavoro fatto assieme tra ruoli paritari e il significato reale e faticoso della riduzione delle diseguaglianze”.