ELEZIONI: NELPAESE.IT ANALIZZA LE MARCHE AL VOTO CON FABIO GROSSETTI (LEGACOOPSOCIALI)

ELEZIONI: NELPAESE.IT ANALIZZA LE MARCHE AL VOTO CON FABIO GROSSETTI (LEGACOOPSOCIALI)

Settore: SOCIALE

Lo speciale sulle elezioni regionali, realizzato da nelpaese.it, ha dato voce ai cooperatori sociali. Con le "Marche al voto", l'intervento di Fabio Grossetti, responsabile Legacoopsociali Marche.

 

A differenza di altre regioni italiane, le Marche si sono avvicinate alle elezioni regionali con dati sull'occupazione incoraggianti. Nonostante la crisi non possa dirsi superata, la regione ha visto un incremento del tasso di occupazione dal 61,1% del 2013 al 62,4% del 2014, mentre il tasso di disoccupazione è sceso dal 10,9% al 10,1% nello stesso arco di tempo. L'andamento favorevole riguarda sia gli uomini che le donne. Le Marche compaiono tra le migliori regioni italiane per quanto riguarda la qualità e la virtuosità contabile del servizio sanitario. Tuttavia, si rileva che i forti tagli (38 milioni di risparmi nel triennio 2011-2013 e oltre 7 milioni programmati entro la fine del 2015) siano stati effettuati unicamente sul personale. Questo mentre le liste di attesa nel servizio pubblico non diminuiscono e la mobilità passiva (le "migrazioni dei pazienti") costa ogni anno 33 milioni di euro. Recentemente, i tagli di bilancio annunciati dal Consiglio regionale delle Marche hanno provocato la reazione di sindacati e associazioni operanti nel sociale. In base alla nuova Legge di stabilità, i fondi per i servizi sociali subirebbero una riduzione di 15 milioni di euro su un budget totale di 45 milioni del 2014 destinato alle politiche sociali. Ad essere colpiti dai tagli sarebbero anche il fondo anticrisi per il lavoro, (ridotto di 5 milioni), il diritto allo studio (meno 4 milioni) e i trasporti (meno 14 milioni).

 

A Fabio Grossetti, responsabile Legacoopsociali Marche, nelpaese.it ha chiesto bilanci e prospettive della Regione per il voto del 31 maggio.

 

Qual è il bilancio degli ultimi cinque anni in Regione Marche su lavoro, welfare e sanità?

Sul lavoro la regione ha utilizzato tutti gli strumenti a disposizione, i fondi europei per sostenere la cassa integrazione in deroga e le risorse statali per gli altri strumenti di sostegno al reddito. Questo ha permesso un sostegno al reddito a migliaia lavoratori di imprese in difficoltà. E' stata avviato il progetto giovani che ha visto una interessante collaborazione tra regione e associazioni di rappresentanza. Tutto questo però è avvenuto con grandi difficoltà a causa di norme tra loro contrastanti, una burocrazia poco chiara e decisioni assunte in itinere che spesso hanno inficiato percorsi in atto. Resta che spesso le politiche del lavoro sono orientate all'assistenza al reddito, mentre appaiono poco propense e poco preparate per le politiche attive del lavoro.

 

Sulla sanità sono stati anni di grandi evoluzioni, con risparmi che hanno permesso alla Regione di essere tra le più virtuose di Italia. Le conseguenze sono state però pesanti, la centralizzazione delle politiche sanitarie ed un piano di ristrutturazione dei servizi (in particolar modo le reti cliniche) complesso, ed a volte poco condiviso, hanno generato grandi tensioni con le comunità e gli addetti ai lavori. Tensioni che ci sono state anche nel fronte dei servizi, per una scarsa integrazione tra servizi territoriali e presidi ospedalieri.

Sul welfare i notevoli tagli del governo centrale hanno trovato fino al 2014 una regione che ha scelto di utilizzare le risorse regionali per sostenere il sistema delle politiche e dei servizi del welfare. Questa scelta, di grande sensibilità, si è però scontrata con una assenza completa di programmazione e gestione delle politiche di welfare regionali, un procedere per decisioni centrali prive di qualsiasi confronto con i territori, che hanno causate grandi contrasti con le organizzazioni del terzo settore, ed infine una sanitarizzazione del sociale che è la premessa per il suo irrigidimento. La natura del sociale è quella di un processo che mentre risponde al bisogno alimenta la partecipazione e questo ne permette l'evoluzione, privare di questo aspetto il welfare equivale a snaturarlo, oltre che a ridurne l'efficienza e l'efficacia. Infine, il bilancio 2015 si presenta con un taglio quasi totale delle risorse per il welfare.

 

Quali sono le tre priorità che dovrà affrontare il nuovo governatore?

Un progetto strategico per la sanità. Il ripristino dei fondi per il welfare ed una programmazione partecipata alle politiche di welfare. Il tema del lavoro e della crescita dell'economia regionale.

 

Quale ruolo e quali proposte devono arrivare dalla cooperazione e dal terzo settore per i prossimi cimque anni?

Una partecipazione responsabile per portare il loro contributo alle tre priorità strategiche del punto precedente. Le esperienze, le risorse umane e la rete sono il capitale a disposizione della cooperazione e del terzo settore strategico per innovare la sanità, il welfare ed il lavoro.

 

Diritti delle persone, welfare ed economia di comunità: il territorio può rispondere a questa sfida?

Si, perché sono tante le realtà già presenti che connettono diritti, welfare ed economia. E' dalla connessione tra queste realtà e i centri decisionali e programmatori che possono svilupparsi stimoli ed opportunità per tutti. Abbiamo bisogno di connettere cooperazione e competizione, per sviluppare modelli innovativi dove sia possibile intrecciare economia e solidarietà, sviluppo e benessere, lavoro e sostenibilità. Senza questa tensione tra due elementi (competere cooperando) che appaiono antinomici, non saremo in grado di sperimentare nuovi ambienti di sviluppo sociale ed economico.

 

Giovanna Carnevale

Giuseppe Manzo

@nelpaeseit



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